Padova, 17 aprile 2020 – Pubblichiamo in esclusiva su LN un intervento dell’onorevole padovana Silvia Benedetti che assieme ad altri esponenti della Camera dei Deputati (anche la bassanese Sara Cunial) ha votato contro la norma a favore delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina: per Benedetti non sarebbero una priorità, e probabilmente sono pure dannose al nostro territorio del Veneto e Triveneto. Ma leggiamo di seguito questa nota scritta di fretta a Roma tra una riunione e l’altra, ma piena di riferimenti scientifici ed oggettivi. Nonostante tutto ha vinto la maggioranza e i giochi invernali saranno finanziati e si faranno. Ma quale prezzo pagheranno i Veneti nel presente e nel futuro?

(Gruppo Misto)
“Il cambiamento climatico non è qualcosa di imprevedibile come una pandemia (per quanto diversi studi avessero già previsto la probabilità di una zoonosi da coronavirus proveniente dal Sud Est della Cina, ma questa è un’altra storia): è qualcosa su cui abbiamo dati e abbiamo anche date, nel senso che ad esempio nel 2030 si stima un incremento della temperatura globale pari a 1°C.
Capisco la difficoltà politica di programmazione rispetto a situazioni, diciamo, imprevedibili, ma sinceramente son rimasta perplessa a vedere 408 colleghi che votavano con entusiasmo il decreto sulle Olimpiadi invernali 2026, quelle della famosa asse Milano-Cortina.
Il decreto Olimpiadi prevede lo stanziamento di un miliardo, dal 2020 al 2026, per realizzare le opere infrastrutturali necessarie e per cui le regioni Lombardia e Veneto si son già sbizzarrite; per quanto riguarda gli impianti e le piste, verranno sfruttati prevalentemente quelli già esistenti. Per due sedi dei Giochi è prevista la ristrutturazione completa e un’opera sarà costruita ex novo, un palazzetto del ghiaccio a Milano.
I colleghi hanno sottolineato come questo evento sarà un’occasione di ripartenza dopo questa pandemia. Hanno anche elogiato il Forum per la sostenibilità dell’eredità olimpica e paralimpica, cioè un organismo che tutelerà l’eredità olimpica e promuoverà iniziative utili per l’utilizzo delle infrastrutture nel tempo. Trovo bizzarro dover pensare ad un organismo che pensi a come far perdurare i benefici di un investimento; penso sia più intelligente domandarsi se quell’investimento abbia un senso! Non gli devi trovare una collocazione ex post.
Ma a parte questo, non capisco davvero il senso di essere entusiasti per un’iniziativa distonica come questa: il cambiamento climatico è reale, aumentano le temperature, dal 1961-2010 c’è stata una generale riduzione delle precipitazioni nevose (soprattutto sotto ai 2.000 metri) e i consumi d’acqua per innevamento programmato dal 1996-2014 sono aumentati a dismisura.
L’innevamento artificiale è diventato fondamentale per le aree sciistiche, ma questo sistema oltre a richiedere un enorme dispendio di energia (bruciare/sprecare combustibile per la produzione di neve… fa ribrezzo solo a scriverlo), comporta una spesa tra gli 11 e i 15mila euro per ettaro.
Inoltre secondo una ricerca sul “tasso di sopravvivenza” al cambiamento climatico di 21 impianti sciistici che fino ad oggi hanno ospitato una o più edizioni delle Olimpiadi invernali, gli impianti che potrebbero essere utilizzati ancora nel 2050 sarebbero 13, nello scenario migliore, e 10, nel peggiore.
Capite bene che qui non si parla solo di sostenibilità ambientale, ma anche economica, dell’investimento sulle Olimpiadi invernali. Parlare di ripartenza, parlare di visione sul futuro, significa essere consapevoli di ciò che sta arrivando. Credo che i colleghi della maggioranza non lo siano, o peggio, non lo vogliano essere”. (considerazioni inviate a LineaNews dall’on. Silvia Benedetti)