Venezia, 6 luglio 2022 – Mentre il presidente del Veneto Luca Zaia a 3 giorni dalla tragedia della Marmolada inaugura una bella pista ciclabile sul litorale di Cavallino-Treporti e comunica che la provincia di Treviso è la più riciclona d’Italia, in Consiglio regionale del Veneto si consuma un atto gravissimo che rallenta la transizione ecologica. Ne ha scritto nel primo pomeriggio la consigliera di Europa Verde Cristina Guarda e nel tardo pomeriggio esce una nota anche del portavoce dell’opposizione a Palazzo Ferro Fini, il professor Arturo Lorenzoni.
«Il Consiglio regionale si appresta ad approvare una legge che mira a limitare l’installazione degli impianti fotovoltaici su terreno agricolo, identificando rispetto alla normativa nazionale una serie di vincoli ulteriori relativi al patrimonio storico architettonico, all’ambiente e all’agricoltura. Un obiettivo nobile, la protezione del territorio è una priorità che condivido convintamente. Ma il momento che stiamo vivendo richiede di identificare e spingere i percorsi per realizzare gli investimenti nelle fonti rinnovabili, prima ancora che porre vincoli più forti rispetto a quelli dello Stato».
Sono le parole del Consigliere regionale Arturo Lorenzoni (Gruppo Misto) che aggiunge: «È paradossale che la legge ponga – testuale – ‘l’obiettivo della decarbonizzazione al 2050’ mentre invece è mirata a porre una serie di vincoli all’installazione della fonte energetica a minor costo di cui disponiamo. Difficile trovare una logica. Invece che dare regole per l’inserimento degli impianti nel paesaggio, per l’integrazione intelligente, si pongono divieti».
«Crolla la Marmolada, il Po è in secca, le temperature di questi mesi raggiungono record che non avremmo voluto sperimentare e noi dedichiamo le risorse del Consiglio regionale per porre dei freni senza ispirare percorsi di attuazione della transizione ecologica: per capirci, nel 2021 nel Veneto sono stati installati 200 MW di fotovoltaico, mentre per raggiungere gli obiettivi fissati dal PNIEC per il 2030 si dovrebbero installare circa 1200 MW l’anno. E cosa facciamo per sestuplicare gli investimenti e consolidare un settore che può essere un volano potente per l’economia regionale? Nulla, se non utilizzare i fondi del Piano Operativo Regionale, come ormai facciamo da decenni. Il cambio di direzione non si vede».
L’ALLARME DEL PROFESSOR LORENZONI
«Lancio un forte grido d’allarme – conclude Lorenzoni – cambiamo direzione e attiviamo gli investimenti nelle fonti rinnovabili, coinvolgiamo le amministrazioni locali per promuoverli, anche utilizzando le Comunità di Energia Rinnovabile: dedichiamoci a spingere, non a frenare».
(fonte: ARV)
In copertina: l’agrivoltaico messo a punto in Arizona che permette la produzione di energia e anche quella agricola e rispetta il paesaggio!