
Venezia 23 luglio 2020 – “Vedere che il Veneto è la peggior regione d’Italia come densità di cementificazione non stupisce, e rattrista”. Così la consigliera regionale Erika Baldin del Movimento 5 Stelle e candidata alle prossime elezioni regionali nella circoscrizione di Venezia, che aggiunge: “Non stupisce, perché è il risultato di decenni di consumo del suolo selvaggio, che nemmeno la lieve sterzata nelle ultime normative regionali, citata come giustificazione dal centrodestra leghista, ha stoppato.
Dai capannoni spuntati giorno dopo giorno a partire dagli anni passati fino allo sfregio della Pedemontana, il nostro territorio risulta essere sempre più sfruttato, ‘ferito’ e non ultimo ‘maltrattato’”.
“Avere una visione green della nostra Regione – prosegue la consigliera – sembra ad oggi, un’utopia alla luce di questi dati. Ogni giorno, il M5S, s’impegna a supportare i vari comitati dei cittadini, che cercano di difendere il proprio territorio, al fine di bloccare il consumo indiscriminato dello stesso.
Come abbiamo visto con Veneto City, un diverso approccio è possibile, anche sulla scorta dei dettami dell’Europa.
Se finora le parole ‘Veneto’ e ‘cemento’, hanno fatto rima, ora si dovrà cambiare strada, anche per non sprecare la montagna di Fondi Europei strappati dal premier Conte.
Di fatto, tra i punti fermi del Recovery Plan, il piano EU per la ripresa che assegna 209 miliardi di euro dopo la crisi del Covid-19, si punta forte sulla transizione verso un’economia sostenibile, legata al green deal, tutelando il territorio e il patrimonio paesaggistico e culturale.
Di qui, passano anche infrastrutture di trasporto e gestione dei rifiuti, temi strettamente collegati al consumo di territorio”.
“Servono poi, grandi passi avanti in agricoltura – conclude Erika Baldin – dove la cementificazione porta inevitabilmente all’impermeabilizzazione del suolo con maggiore rischio di inondazioni, cambiamenti climatici, biodiversità minacciate, mancata mitigazione degli effetti termici.
Un tema che intendo approfondire, è quello dell’insediamento di impianti fotovoltaici a terra, nelle aree agricole, su cui serve una salvaguardia maggiore.
Sul mercato sono ormai disponibili impianti con pannelli trasparenti o semi-trasparenti, che permettono di realizzare serre per attività agricola, ortofloristica o vivaistica, che alla coltivazione, uniscono la produzione di energia rinnovabile. Un esempio del Veneto green e sostenibile che vogliamo”.
