E’ morto a 103 anni Nicola Amenduni

E’ morto a 103 anni Nicola Amenduni

Vicenza, 7 febbraio 2022 – E’ morto a 103 anni l’ingegner Nicola Amenduni, guida per oltre mezzo secolo del gruppo siderurgico Valbruna. Di seguito il ricordo della Presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia in merito alla scomparsa dell’imprenditore.

«Nonostante la sua straordinarietà e grandezza, Nicola Amenduni, sia come uomo d’impresa che come cittadino, ha sempre rappresentato un esempio di come essere una persona vera, con grandissima visione e ampie prospettive, ma sempre fermamente legata al territorio – ha diffuso con una nota l’attuale presidente di Confindustria Vicenza -. Una persona che ha creato tanto benessere per la propria comunità attraverso il lavoro, ma che, al contempo, con la propria proverbiale discrezione, ha sempre dato un importante contributo a Vicenza anche in termini di solidarietà. Un punto di riferimento che non potremo mai dimenticare».

La foto scattata dal direttore Francesco Brasco, risale al 10 giugno 2016. Nella sede dell’azienda Zamperla: Nicola Amenduni è a destra a fianco del padrone di casa Alberto Zamperla. Sulla sinistra le autorità locali (Prefettura, Comune di Vicenza …). Si celebravano i 50 anni della nota azienda che produce giostre per i parchi di divertimento e che ha sede ad Altavilla Vicentina. Forse una delle ultime uscite pubbliche dell’ingegner Amenduni.

IL RICORDO DEL CONSIGLIERE REGIONALE GIACOMO POSSAMAI

«Con la scomparsa di Nicola Amenduni perdiamo una grande figura dell’imprenditoria vicentina e non solo. Sono vicino ai familiari in questo triste momento»Così Giacomo Possamai consigliere regionali del Partito Democratico ricorda l’ingegnere barese, ma vicentino di adozione, al vertice del gruppo Valbruna e scomparso nella notte a 103 anni.  

«A ‘don Nicola’ si deve il rilancio delle Acciaierie vicentine, trasformate nel colosso di oggi, con 2500 dipendenti e filiali in tutto il mondo. Lontano dai riflettori, era comunque un esempio e un punto di riferimento: basti pensare che fino poco tempo fa continuava ad andare in ufficio ogni giorno. Oltre al lavoro va ricordato anche il suo grande impegno sociale: in particolare con la Fondazione San Bortolo, di cui è stato uno dei promotori e generoso sostenitore, per aiutare l’omonimo ospedale e poi tutti quelli dell’Ulss n. 8 Berica, Il fatto che sia stato dichiarato lutto cittadino spiega meglio di tante parole chi fosse Amenduni e la sua importanza per Vicenza», conclude Possamai. (fonte: ARV)

A VICENZA LUTTO CITTADINO: IL RICORDO DEL SINDACO FRANCESCO RUCCO

Si è spento nella notte, all’età di 103 anni, Nicola Amenduni storico titolare delle “Acciaierie Valbruna” e dell’omonimo gruppo che conta 2500 dipendenti e 42 filiali nel mondo. Il sindaco di Vicenza ha deciso di proclamare in sua memoria il lutto cittadino.

«Nicola Amenduni rappresenta l’esempio dell’industriale d’altri tempi, brillante nella conduzione imprenditoriale e generoso con la sua comunità – lo ricorda il primo cittadino Francesco Rucco – perché ha amato come pochi Vicenza e i vicentini. Oltre a dare una concreta risposta occupazionale con l’opportunità di lavoro data a migliaia di persone, è stato anche un uomo dal grande altruismo dando vita alla fondazione Valbruna Onlus con la quale ha contribuito a varie donazioni a scuole e associazioni, e tra i fondatori della fondazione “San Bortolo” che si dedica al sostegno dell’ospedale cittadino favorendone l’ampliamento strutturale e l’ammodernamento delle dotazioni sanitarie. Si era preso cura delle famiglie vicentine espulse dalla Libia di Gheddafi aiutandole nell’accoglienza e nell’inserimento in città. E’ stato anche un appassionato sostenitore del Vicenza calcio facendo del marchio “Acciaierie Valbruna” uno sponsor storico ed immancabile.

Tutto questo lo ha sempre fatto per la terra che lo aveva adottato, senza chiedere e pretendere nulla in cambio; è per questo che la città gli deve essere grata e riconoscente proclamando il lutto cittadino e stringendosi alla famiglia in questo momento di dolore. A tutti i familiari vanno le mie più sentite condoglianze».

IL CORDOGLIO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE VENETO LUCA ZAIA

«Con la scomparsa di Nicola Amenduni se ne va una figura storica nel panorama industriale non solo veneto ma anche nazionale. Figura dalle capacità imprenditoriali pioneristiche, ha attraversato il Novecento dimostrando non solo di saper superare un conflitto mondiale e le sue conseguenze, ma anche di saper cogliere le opportunità delle trasformazioni economiche del dopoguerra, spostandosi dalla sua regione d’origine, la Puglia, al Veneto, dove ha trasformato le Acciaierie Valbruna in un’azienda leader nel mondo nella produzione dell’acciaio. La sua vita racconta in modo illuminante come una storia personale fatta di determinazione, perspicacia e acume riesca a farsi storia collettiva, non solo di una regione e del suo tessuto sociale e produttivo, ma anche di un’intera nazione».  

Con queste parole il Presidente della Regione Luca Zaia esprime il suo cordoglio per la morte di Nicola Amenduni, patron delle Acciaierie Valbruna, scomparso oggi all’età di 103 anni. Pugliese di nascita, vicentino di adozione, nel 1957 aveva fatto il suo ingresso nell’azienda fondata da Ernesto Gresele, fondata nel 1925, dopo averne spostato la figlia Mariuccia. Sotto la sua guida l’azienda seppe trovare lo slancio decisivo, puntando sugli acciai inossidabili e diventando un impero che conta oggi 2.500 dipendenti e 42 filiali nel mondo. 

«Nicola è stato un grande imprenditore, che ha trascorso la sua vita dietro la scrivania e che con la sua azienda ha dato e sta ancora dando un apporto straordinario all’economia veneta e migliaia di posti di lavoro. Ma anche un grande uomo, un filantropo, uno che non si tirava mai indietro dove c’era bisogno. Ci siamo sentiti spessissimo e ogni volta mi chiedeva se c’era qualche necessità e se poteva essere utile. Per la sanità, ad esempio, ha fatto tantissimo», ricorda Zaia.

«Sono convinto che la sua storia possa essere letta non solo come esempio di un modello di imprenditoria, ma anche come la dimostrazione del fatto che la dimensione economica non possa prescindere da un contesto culturale ed etico di riferimento. Solo così si potranno scrivere ancora storie di grandi capitani d’industria come quella di Amenduni. Ai suoi familiari, in particolare ai figli, Michele, Ernesto, Massimo, Maurizio e Antonella, esprimo le mie più sincere condoglianze».  (fonte: AVN)

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