Senza il sistema delle dighe mobili, ovvero il MOSE, Venezia sarebbe esposta a danni totali per le acque alte stimabili nei prossimi 50 anni in 8,27 miliardi di euro.
Con il sistema di dighe mobili in fase di realizzazione si potrebbero ridurre i danni a 2,25 miliardi di euro, determinando quindi un beneficio di 6 miliardi, già superiore ai costi previsti dall’opera, 5,4 mld di euro.
Sono le conclusioni a cui giunge uno studio di comparazione tra costi e benefici del Mose di Venezia realizzato da due docenti dell’Università di Padova, Fulvio Fontini, insegnante di economia dell’ambiente ed economics of financial markets, e Massimiliano Caporin, docente di econometria dei mercati finanziari e computational finance.
Il loro lavoro si intitola: “Il valore della protezione di Venezia dal fenomeno dell’acqua alta nelle diverse condizioni di innalzamento locale del livello del mare”.
Secondo lo studio, in sostanza, i benefici del sistema di dighe mobili alle bocche di porto “sono pari ai costi di realizzazione ipotizzando un innalzamento del livello del mare quasi nullo”, mentre aumentano a mano a mano che dovesse crescerne il livello.
A condizione che questo aumento non raggiunga un limite “estremo e catastrofico”, ad oggi non prevedibile.
Schematizzando gli scenari futuri, i due docenti prendono in esame aumenti di livello del mare da 2,4 millimetri all’anno, per 50 anni, fino a 20 millimetri all’anno. Simulazioni proiettate sui prossimi 50 anni, per far sì che la valutazione economica si basi su tecnologie e conoscenze attuali e con costi scontati ad un tasso del 2% all’anno.