Venezia, 10 dicembre 2022 – Da settimane a ca’ Farsetti circola una voce insistente. Alla Eco+Eco, una delle società della galassia Veritas che nella frazione veneziana di Fusina svolge alcuni servizi di igiene ambientale, ossia di riciclaggio dei rifiuti, per conto della municipalità veneziana, tirerebbe una brutta aria. Ci sarebbero alcune criticità esplosive tanto che Maurizio Contavalli, segretario veneto del sindacato indipendente Fiadel avrebbe indirizzato alle autorità preposte una raffica di segnalazioni.
«La situazione – conferma lo stesso Contavalli che intervistato da Lineanews.it non le manda a dire – è oggettivamente tesissima». Una tensione che potrebbe crescere nei giorni a venire poiché il 12 dicembre in ditta sarebbe in programma una assemblea dei lavoratori che si annuncia rovente.
Dunque Contavalli ma è vero che in Eco+Eco ci sono dei problemi di non poco conto? Sono vere le indiscrezioni che circolano tra le fila del consiglio comunale della città lagunare?
«Sì, i problemi ci sono e come. Riguardano Eco+Eco che fa parte del gruppo Veritas la multiservizi controllata dal Comune di Venezia e da tutti i comuni soci della Provincia di Venezia. I problemi riguardano anche Ecoricli, poi incorporata in Eco+Eco nonché Metalrecycling a sua volta controllata da Ecoriclci. E ancora, i problemi riguardano pure alcune società che operano in regime di appalto».
Quali società?
«Omd ed Ecosorting».
Segretario, ma alla fin fine che tipo di criticità avete rilevato?
«Anzitutto abbiamo rilevato carenze di igiene e sicurezza per quanto riguarda i bagni chimici i quali si trovano all’esterno dello spogliatoio dei camionisti che trasportano i rifiuti: spogliatoio nel quale per giunta mancano i lavabi nonché il riscaldamento».
E poi?
«In questo contesto poi si è verificato un evento increscioso nei confronti di un dipendente, oggi nostro iscritto, che aveva manifestato la propria perplessità per come il rappresentante sindacale della sigla confederale alla quale precedentemente apparteneva gestiva alcune questioni: tanto che gli aveva preannunciato la volontà di recedere dall’iscrizione al sindacato che lo stesso collega rappresentava».
Che cosa è successo alla persona che aveva criticato il collega?
«Quest’ultimo, una persona in vista in seno alla Eco+Eco, un iscritto di peso ad un sindacato confederale, una prima volta lo ha minacciato di morte. E in seconda battuta lo ha pesantemente insultato».
Di seguito come sono andate le cose?
«Non posso fornire altri dettagli perché sulla vicenda c’è il riserbo istruttorio: infatti tali episodi sono stati denunziati alla procura di Venezia. Ad ogni buon conto quando il nostro sindacato è venuto a conoscenza delle criticità sul piano della sicurezza e delle criticità sul piano igienico ha puntualmente informato, era l’aprile del 2022, sia l’azienda sia l’autorità di controllo».
L’autorità di controllo è l’Ulss veneziana ovvero la direzione Spisal in seno alla competente Ulss appunto?
«Sì esatto».
Con quale esito?
«Sia l’azienda che lo Spisal, almeno per quanto ci consta, non hanno fatto granché. E la cosa ci ha lasciato basiti. Stiamo compiendo alcuni passi importanti con i nostri legali: ma per motivi di riserbo al momento non posso dire altro in questo senso».
Avete rilevato altre anomalie?
«Assolutamente sì».
Di che si tratta?
«Abbiamo potuto appurare come a molti lavoratori venga applicato un contratto diverso rispetto a quello corretto. Il che, indebitamente, comporta meno coperture, un numero maggiore di ore lavorate e uno stipendio ben minore di quanto dovrebbe essere: si parla in alcuni casi di cifre che raggiungono i 10mila euro in meno all’anno: siamo di fronte a cose indicibili. Di più, abbiamo avuto contezza di infortuni sul lavoro mascherati come un semplice stato di malattia avulso dall’ambito professionale. E poi ci risultano altri infortuni occorsi in luoghi diversi da quelli in cui si sarebbero sono effettivamente verificati: luoghi in cui il personale non si sarebbe dovuto trovare perché gli impianti lì ubicati non erano autorizzati».
Sì però in casi del genere andrebbe informata la direzione dell’Ispettorato del lavoro. Voi l’avete fatto?
«Lo abbiamo fatto e come, fornendo agli uffici ogni dettaglio. Era nostro dovere. Ci siamo mossi prontamente. Per questioni di riserbo però non posso dire altro».
Lei nel complesso descrive una situazione grave? Sì o no?
«E certo che è grave: ma come diamine si può arrivare a questo punto in una serie di imprese le quali fanno pure riferimento ad un socio pubblico peraltro? Non dimentichiamoci che a patire questo stato di cose di riffa o di raffa tra un’azienda e un’altra ci sono ben trecento lavoratori. Aggiungo che le imprese in cui si sono manifestate tutte queste grane non servono solo il capoluogo di provincia ma pure una buona parte del territorio della Provincia di Venezia: e non solo. Non so se mi spiego».
È vero che il vostro sindacato ha intenzione di dare contezza di questi problemi durante una assemblea dei lavoratori in programma alla Eco+Eco a Fusina lunedì 12 dicembre?
«Sì è vero. Però l’azienda sta cercando in ogni modo di mettere i bastoni tra le ruote in relazione ad un appuntamento che si preannuncia arroventato perché cruciale rispetto a quanto accaduto nel tempo. Aggiungo che i problemi sono parecchi e presentano parecchie sfaccettature».
Di che si tratta ancora?
«Per questioni di opportunità ne parleremo prima in assemblea».
Voi quindi proseguirete nella vostra battaglia?
«E me lo chiede? Certamente sì. Siamo di fronte ad una questione delicatissima. Non c’è solo l’aspetto penale da considerare. Non ci sono solo gli aspetti che riguardano l’igiene, la sicurezza o la disciplina contrattuale da passare ai raggi X. Qui stiamo parlando della dignità dei lavoratori. Rispetto a tutto ciò non si può e non si deve transigere. Noi non arretreremo di un millimetro. A parlare sarà la nostra attività sindacale sul campo. E parlerà anche la documentazione in nostro possesso».