Lavoro, lo cercano 57mila vicentini

Lavoro, lo cercano 57mila vicentini

Vicenza, 10 settembre 2020 – La Cgil di Vicenza sui dati di Veneto Lavoro ha realizzato una estrapolazione in chiave vicentina della situazione del mercato del lavoro. A firmarla la responsabile del dipartimento mercato del lavoro del sindacato vicentino Marina Bergamin. La situazione anche nel Vicentino nel secondo trimestre è tragica e le persone iscritte al Centri per l’Impiego sono 57.200.

L’analisi in chiave vicentina (su dati di Veneto Lavoro)

“Ancora male in tutto il Veneto e anche nel vicentino, il mercato del lavoro nel 2° trimestre 2020 che ha evidentemente risentito degli effetti negativi della pandemia da Covid-19,  in particolare per i mesi di aprile e maggio.

Il saldo vicentino tra assunzioni e cessazioni (si parla di contratti e non di teste) è NEGATIVO e pari a – 4.745 unità. 

Rispetto al secondo trimestre 2019, a crollare sono state le assunzioni (- 45%) ma anche le cessazioni (- 32% ).

Il contratto a tempo determinato resta la tipologia contrattuale prevalente (50,9%).  Sono saltate molte assunzioni stagionali, soprattutto nel terziario.

Ma tutte le tipologie contrattuali calano vistosamente: il tempo indeterminato, l’apprendistato, il lavoro somministrato sia a tempo determinato che indeterminato, il lavoro a chiamata, il lavoro parasubordinato, il tirocinio. Resta stabile, invece, il lavoro domestico.

Ancora molti i part-time (36,6%) gran parte dei quali attivati per le donne e non tutti volontari.

Soffrono moltissimo commercio e turismo (e quindi molta occupazione femminile) e le aziende manifatturiere legate all’export.

Tra le cessazioni il fine termine resta ancora la causale prevalente (67%) mentre i licenziamenti collettivi e individuali sono il 3,5% del totale.  Va ricordato che è ancora attivo il blocco dei licenziamenti e l’estensione degli ammortizzatori sociali all’incirca fino a fine anno, provvedimenti che hanno decisamente ammorbidito l’impatto con la crisi.

Veneto Lavoro comunica che ci sono segnali di recupero a partire dal mesedi luglio, ma ammette che i danni occupazionali subiti dallinizio della crisi (ca. 53.000 posti di lavoro persi a livello regionale), non sono recuperabili in tempi brevi. Ammette anche che il rallentamento delloccupazione era in atto da tempo, prima del Covid.

Al 30 di giugno nel vicentino risultavano essere iscritti presso i Centri per l’impiego 57.200 persone. Premesso che è improbabile che tutte siano ‘occupabili’, si evidenzia una prevalenza di donne (54%) e di italiani (73%), della fascia d’età adulta (52%), iscritti nelle liste da più di due anni per il 49% dei casi, mentre l’11% è iscritto da 1 a 4 mesi.

Le previsioni economiche restano molto incerte: l’Istat stima per il secondo trimestre dell’anno una caduta eccezionale del Pil nazionale (-12,8%). Per il Veneto le stime per il 2020 parlano di un calo del 10,6%, dovuto in particolare al peso del settore turistico sull’economia regionale e di una maggiore apertura internazionale del manifatturiero veneto”.

E conclude Marina Bergamin: “Bene aver tenuto su ammortizzatori e blocco dei licenziamenti, ma si pone al più presto il tema di come ripartire e recuperare quanto perduto: non come prima ma MEGLIO di prima”.

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