Vicenza, 28 giugno 2020 – Pubblichiamo per obbligo di legge, e nell’interesse dei cittadini-lettori, la lunga lettera di rettifica che ci invia il Sindaco di Casale sul Sile Stefano Giuliato che mette in discussione alcuni passaggi della testimonianza del collega giornalista che stava realizzando un’inchiesta per il giornale/portale on line EstremeConseguenze.it sul “caso Amazon” in Veneto che interessa il territorio di Casale sul Sile. Collega che si è sentito ferito per una evidente limitazione di movimento nella sua attività professionale e che ha fatto subito pensare ad una limitazione del sacrosanto diritto di cronaca.
Non possiamo negare che il Comune trevigiano sia interessato dalla costruzione di un centro logistico della multinazionale statunitense che sconvolgerà l’attuale situazione urbanistica e infrastrutturale della zona e che concentrerà una serie di interessi economici (leciti) attorno alla realizzazione e gestione dello stesso sito logistico.
Il giornalista (preciso che non lavora per Lineanews.it) si è rivolto a noi conoscendo la nostra sensibilità per i temi che riguardano la libertà di stampa: noi abbiamo subito raccolto la sua testimonianza.
Avremmo dovuto raccogliere anche la testimonianza del Sindaco, e l’avremmo fatto se non avessimo avuto altre emergenze da seguire. Purtroppo il tempo è tiranno e le risorse che abbiamo son quelle che sono.
Ci scusiamo per le inesattezze che abbiamo riportato nella foga finalizzata alla difesa della libertà di informazione. Perciò ben venga la lettera di rettifica del Primo cittadino di Casale sul Sile.
Un pensiero al Sindaco e ai Sindaci e amministratori locali che troppo spesso si trovano in difficoltà con noi giornalisti: sappiate che sia voi amministratori, sia noi giornalisti lavoriamo per i cittadini nell’interesse pubblico, pertanto trovo assurdo che nel nostro Paese, dove vige un articolo 21 della Costituzione molto chiaro (e una legge sulla stampa che tutela il diritto di cronaca), vi siano regolamenti e limitazioni che mettono in continuazione i bastoni tra le ruote agli operatori dell’informazione.
Non è possibile che un collaboratore o inviato di una testata nazionale o regionale o provinciale si trovi a combattere con norme locali ogni volta diverse sulla gestione della presenza dei giornalisti in aula consiliare (gli equivoci così sono dietro l’angolo). Così non va bene, ma sappiamo che probabilmente non è colpa del Sindaco di Casale sul Sile, non è lui che fa le leggi in Parlamento.
Inoltre sarebbe buona regola mandare sempre in diretta streaming le sedute (e che poi ci sia anche il podcast con la seduta riascoltabile, il costo tecnologico ormai è minimo).
Uno dei motivi per cui il nostro Paese è solo in 43esima posizione nel mondo (su 180) per quanto riguarda l’Indice della Libertà di Stampa, è molto probabilmente la complicazione e moltiplicazione (in questo caso) burocratica!
L’appello agli Amministratori locali è quello di rendere la vita facile ai giornalisti (con tessera dell’Ordine): semplificate gli accessi perché non dovete difendervi da loro (noi), e vi assicuro per esperienza che queste situazioni non accadranno più! Grazie.
Firmato: il direttore
LA LETTERA CON RICHIESTA DI RETTIFICA DEL SINDACO DEL COMUNE DI CASALE SUL SILE
Casale sul Sile, 27 Giugno 2020
Egregio Direttore,
faccio riferimento all’articolo comparso in data 26 giugno 2020 sulla testata giornalistica online “Lineanews.it” di cui è responsabile e dal titolo “Casale sul Sile, urbanistica e Amazon: consiglio comunale off Iimits per i giornalisti”, per segnalarLe la inesattezza e la falsità delle notizie ivi riportate.
In primo luogo, Le segnalo che il Consiglio Comunale in argomento non aveva affatto ad oggetto alcun “caso urbanistico di Amazon” come erroneamente segnalato dal Suo giornalista nel pezzo in questione e né argomento similare è sorto in alcun modo nel corso del dibattito.
Il Consiglio in questione aveva, infatti, ad oggetto, oltre all’approvazione dei verbali delle sedute precedenti, l’approvazione del rendiconto di gestione 2019 e una variazione al bilancio di previsione 2020-2022 che atteneva principalmente alla creazione di un fondo per il sostegno delle attività produttive, il rimborso in favore delle famiglie delle quote del trasporto scolastico di cui esse non hanno usufruito a causa dell’emergenza COVID 19 e l’incremento del capitolo relativo agli incarichi legali per vertenze giudiziali in essere con alcuni cittadini.
Tale circostanza poteva essere agevolmente verificata dal Suo giornalista prima della pubblicazione dell’articolo in questione , se solo avesse avuto cura di verificare la notizia!
Peraltro, Le segnalo che il verbale della seduta sarà disponibile nei prossimi giorni sul sito istituzionale del Comune onde volesse per caso appurare la verità dei fatti.
Tanto non vi era alcuna questione scottante e divisiva all’ordine del giorno della seduta che la variazione in argomento è stata approvata con il voto favorevole anche di parte dell’opposizione (e segnatamente della Lista Verso il Domani).
Per quanto attiene poi alle dichiarazioni del Sig. Marco Milioni, mi preme far presente che, contrariamente a quanto questi riferisce, il giornalista in questione non chiedeva semplicemente di entrare in aula per assistere alla seduta, ma chiedeva altresì di intervistarmi in tale sede e di filmare la riunione del Consiglio.
Ebbene, davanti a tali richieste mi limitavo a fare presente al sig. Milioni che l’attuale regolamento del Consiglio Comunale di Casale sul Sile prevede testualmente che: “All’interno dell’aula consiliare non sono ammesse interviste da parte dei giornalisti, né qualunque altra attività che arrechi disturbo all’ordinato svolgimento dei lavori consiliari” (Art. 9 -Protocollo comportamentale). Pertanto, mi rendevo disponibile a rilasciare l’intervista richiesta fuori dai locali ove era prevista la seduta del Consiglio; cosa che di fatto è avvenuta.
Anche tali circostanze potevano essere facilmente verificate dal Suo giornalista visti i diversi testimoni che erano presenti all’accaduto. Inoltre, specifico che al Sig. Milioni non veniva affatto negato l’accesso all’aula della seduta, ma gli veniva spiegato che, sempre in base al medesimo articolo del regolamento, i giornalisti devono segnalare la presenza al Sindaco che li autorizza prima della riunione di Consiglio e devono sedersi in apposito banco.
Tuttavia, in quel frangente, ciò non era possibile visto che le prime file delle poltrone dell’aula dovevano essere occupate dagli stessi consiglieri comunali onde rispettare le distanze minime disposte dalle norme in vigore e che molti posti dovevano essere lasciati liberi. Pertanto, il giornalista in questione veniva invitato a sedere con il suo operatore nelle file disponibili, senza filmare la seduta.
Su questo ultimo punto, in particolare, si fa presente che il regolamento del Consiglio Comunale di Casale sul Sile allo stato non prevede la possibilità di procedere alla registrazione delle riunioni con mezzi audiovisivi e che sull’argomento valgono le indicazioni sin qui fornite dai competenti organi (Dip. per gli Affari interni e territoriali – pareri 23 maggio 2014 e 28 giugno 2018) secondo i quali: “in assenza di esplicita previsione regolamentare l’ammissione alla registrazione potrebbe essere regolata caso per caso dal presidente del consiglio proprio nell’esercizio dei richiamati poteri di direzione dei lavori dell’assemblea, in stretta correlazione alle esigenze di ordinato svolgimento dell’attività consiliare.
Tuttavia, occorre osservare che il T.A.R. Veneto, con la sentenza n. 826/2010, ha negato il potere in parola in capo al Sindaco-Presidente del Consiglio Comunale il quale in carenza di apposita fonte regolamentare di competenza consiliare non può procedere ad estemporanei assensi alla videoregistrazione.
A margine di tale potere regolamentare e, nell’ambito del citato principio di pubblicità della seduta, l’amministrazione può legittimamente riservarsi il compito di registrazione con mezzi audiovisivi, anche escludendo che altri soggetti e il pubblico in aula possano procedervi. In questo senso, la pubblicità della seduta non implica la facoltà di registrazione ma la libera presenza di chi abbia interesse ad assistere alle sedute.
Tale posizione trova conforto nella giurisprudenza che non ha rilevato profili di illegittimità in un regolamento che poneva il divieto di introdurre nella sala del consiglio apparecchi di riproduzione audiovisiva, se non previa autorizzazione (Corte di Cassazione, Sez. I n. 5128/2001).
Di uguale tenore è la pronuncia n. 44094 del 17 marzo 2002 del &arante per la protezione dei dati personali nella quale si afferma la necessità di regolamentare la materia che scaturisce dall’obbligo di informare i partecipanti alla seduta dell’esistenza delle telecamere, della successiva diffusione delle immagini e degli altri elementi previsti dalla legge sulla tutela dei dati personali, o per impedire la diffusione di dati sensibili che riguardino le persone […]
Peraltro, le limitazioni alle riprese potrebbero essere correlate anche alla mancata attivazione, da parte dell’amministrazione comunale di un autonomo sistema di registrazione, stante l’esigenza di escludere che l’unico supporto audiovisivo di documentazione dello svolgimento dei lavori consiliari resti nella disponibilità esclusiva di soggetti estranei all’amministrazione, fuori dalle necessarie garanzie di autenticità”.
In estrema sintesi, dunque, in assenza di un’apposita disciplina regolamentare adottata dall’Ente, al Sindaco appare riservata quale Presidente del Consiglio comunale la possibilità di valutare di volta in volta se ammettere o meno la videoregistrazione soprattutto laddove, come nel caso di specie, mancando una apposita previsione regolamentare, non vi era la possibilità di garantire i diritti dei cittadini presenti previsti dal Codice sul trattamento dei dati personali di cui al d.lgs. 196 del 2003 e ss. mm.
Le assicuro che nessuna altra preoccupazione mi affliggeva nel caso concreto se non la tutela dei diritti dei presenti visto che, come sopra Le ho spiegato e come potrà verificare, non vi era alcun “caso Amazon” o altro argomento scottante all’ordine del giorno della seduta! Alla luce di quanto sopra, Vi chiedo dunque di voler provvedere alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce, comuncandoVi che, in difetto, intraprenderò le iniziative necessarie volte a tutelare la mia reputazione personale.
Distinti Saluti
Il Sindaco Stefano Giuliato (Comune di Casale sul Sile)
QUI INVECE L’ARTICOLO CHE RIPORTAVA LA TESTIMONIANZA DEL GIORNALISTA MARCO MILIONI