Non sono i chilometri di piste a fare la città amica della bici, ma una coerenza progettuale generale che guarda almeno ai prossimi 10 anni.
Vicenza, 29 maggio 2021 – Come fa una città ad essere “amica della bici”? Sicuramente agevolando l’utilizzo delle due ruote, ma bisogna avere una visione della città sul lungo termine, almeno fino al 2030 e progettare, pianificare, analizzare e riaggiustare e fare manutenzioni per la ciclabilità, e tante.
A Parma hanno puntato su una pianificazione di largo respiro, un lavoro pensato in grande, realizzando percorsi e piste che portano dalle tangenziali e dalle periferie al centro storico in modo coerente e incrementando molto il numero dei chilometri di rete ciclabile: alla fine dell’anno saranno 160.
A Monza puntano al bike-sharing e a far convivere nella pianificazione i diversi modi di muoversi: perché la strada è di tutti, non solo delle auto e nemmeno solo delle bici. C’è il trasporto pubblico su rotaia e su gomma che vanno integrati.
Argomenti emersi nell’incontro di Aspettando Velocittà da titolo “La città amica della bici” che ha visto il giornalista Antonio Di Lorenzo interloquire con tre ospiti.
“Noi ragioniamo sulle isole ambientali – ha affermato l’ingegner Jonathan Monti, funzionario che si occupa della mobilità al comune di Monza -: si tratta di aree non ‘attraversabili’ dalle auto e ci si arriva con la gerarchizzazione stradale: è il regno dei pedoni e delle biciclette”.
A Parma, che l’Anci ha premiato due anni fa come miglior città sostenibile d’Italia, l’assessore alla mobilità Tiziana Benassi lavora per incrementare i chilometri di piste ciclabili. Negli ultimi tre anni sono stati spesi 8 milioni di euro, il 60% dei quali vengono da fondi regionali e statali, il resto dal bilancio comunale. “Di fondi ce ne sono – afferma Benassi – e ce ne saranno sempre di più, però bisogna fare progetti”. Nella città emiliana si è sviluppato anche il “bike to work”: un progetto che incrementa il raggiungimento del luogo di lavoro in bicicletta riconoscendo ai singoli lavoratori 20 centesimi a chilometro percorso.
E a Vicenza? E’ l’assessore all’ambiente Simona Siotto che fa notare come la città del Palladio sia solo all’inizio sul versante della mobilità sostenibile: “Purtroppo negli anni scorsi è mancata la progettazione di una rete coerente – afferma – In centro storico vi è un grande utilizzo delle biciclette e anche nei quartieri: il problema è che a Vicenza ancora non riusciamo ad andare agevolmente e senza scendere dalla bici da un quartiere all’altro. Poi c’è il problema della collina e della sicurezza”.
Vicenza che come Monza sta lavorando al PUMS (piano urbano mobilità sostenibile) sta ragionando anche sui parcheggi scambiatori. “Ad esempio mancano ad ovest della città – afferma Siotto – e in Fiera si potrebbe realizzare un grande parcheggio dove partono le bici per il centro”. E forse anche con un servizio di bike sharing: “attenti al bikesharing – mette in guardia Monti – perché non basta progettare e realizzare le stazioni di interscambio, bisogna pensare alla manutenzione continua del parco mezzi a due ruote, e comunque si tratta di un’attività costosa perché gli abbonamenti dei cittadini coprono solo il 10% dei costi”.
Barcellona, dove il bike sharing è davvero una buona prassi, spende 12milioni di euro all’anno; Milano dai 7 agli 8 milioni.
Intanto la metropolitana di Milano collegherà con la linea 5 anche Monza, mentre “a Vicenza – ci fa sapere Simona Siotto – il metrò penso proprio che resterà un sogno”.
Per chiudere Parma ad oggi ha 137 km di piste ciclabili (a fine anno saranno 160), Vicenza ne ha 90 (dato del 2018) e Monza una quarantina. Non è il numero dei chilometri che rende ciclabile una città, ma la coerenza della pianificazione da tutti i punti di vista e la manutenzione che deve essere continua.
Aspettando veloCittà prosegue venerdì prossimo 4 giugno con “Bici Sicura”. La festa della bicicletta “veloCittà” si terrà il 27 giugno 2021 a Campo Marzo.