Un appello dal Consiglio regionale per completare l’idrovia da Padova a Venezia

Un'immagine aerea dell'idrovia Padova-Venezia, considerata da 50 anni un'opera pubblica incompiuta: serve anche per far defluire le piene

Un’immagine aerea dell’idrovia Padova-Venezia, considerata da 50 anni un’opera pubblica incompiuta: serve anche per far defluire le piene

Il completamento dell’idrovia Padova-Venezia, la grande incompiuta del Veneto progettata oltre mezzo secolo fa, è stato al centro del confronto tra la commissione regionale Ambiente, presieduta da Nicola Finco (Lega), l’assessore regionale alle politiche ambientali Maurizio Conte e i sindaci dei Comuni interessati all’asta fluviale. Un confronto chiesto dai consiglieri regionali del Pd, in prima fila il padovano Piero Ruzzante e il veneziano Bruno Pigozzo, per verificare stato di attuazione e tempi dell’impegno assunto dalla Regione, che ha già stanziato un milione di euro con la finanziaria 2014 per dare uno sbocco al mare al canale artificiale che, secondo i progetti dei primi anni Sessanta del secolo scorso, doveva collegare l’interporto di Padova al porto di Venezia e costituire un’asta navigabile alternativa alla Riviera del Brenta.

Oggi l’idrovia è un troncone morto, tra Saonara e Vigonovo, preda di erbacce e degrado.

“Entro fine anno – ha assicurato l’assessore Maurizio Conte – la Giunta affiderà l’incarico di progettazione, in base agli esiti del bando europeo che si sta concludendo. Verrà subito indetta una conferenza di servizio tutte le parti interessate per dare concretezza ad un’opera che serve ad un territorio. Il completamento dell’idrovia consentirà, infatti, di offrire uno scolo al nodo idraulico di Bacchiglione e Brenta e di creare una via navigabile tra Padova e Venezia, un un’area cruciale per l’economia del Veneto”.

Conte ha ascoltato con attenzione le considerazioni dei sindaci di Saonara (Walter Stefan), Piove di Sacco (Davide Giannella), Campolongo Maggiore (Alessandro Campalto), Camponogara (Giampietro Menin), sostanzialmente favorevoli al completamento del canale navigabile, insieme alle riserve espresse dall’assessore di Mira Luciano Claut, preoccupato per l’equilibrio idraulico del suo territorio, già esposto al rischio di allagamenti e alluvioni, e del possibile carico di inquinanti che potrebbero concentrarsi nello sbocco in laguna. “Sarà la conferenza dei servizi a valutare le possibili soluzioni progettuali”,  ha promesso Conte, “per trovare, insieme agli esperti, le soluzioni migliori sia per quanto riguarda la sicurezza idraulica del territorio sia per l’eventuale apporto di acqua dolce in laguna o di possibili concentrazioni inquinanti.

Metteremo insieme le esigenze di attenta valutazione dell’impatto ambientale del conferimento di acqua dolce inquinata con quella di uno scolo che deve garantire l’importante nodo idraulico di Padova. Ma l’aver rimosso la commistione tra il progetto iniziale che prevedeva un’opera idraulica e navigabile e quello successivo della camionabile ci aiuterà a superare le resistenze e a trovare il percorso giusto per completare l’idrovia. Al Veneto, in particolare all’area compresa tra Padova e Venezia, non servono nuove strade”.

Pieno appoggio al progetto di completamento è stato assicurato anche dagli esponenti del Pd. “Abbiamo richiesto l’ incontro con l’assessore – ha spiegato Ruzzante – perché riteniamo il completamento dell’idrovia una delle opere fondamentali per la sicurezza idraulica del Veneto, così come ha indicato il professor Luigi Dal Paos, massimo esperto di ingegneria idraulica”.

Il Pd continuerà a sollecitarne la realizzazione nel più breve tempo possibile. “Ci siamo resi disponibili a cercare fondi, nazionali ed europei, ma anche la Regione deve fare la propria parte per un’opera considerata da tutti prioritaria per la sicurezza idraulica del bacino del Brenta”, ha incalzato l’esponente del Pd.

“Lavoreremo compatti, d’intesa con i sindaci del territorio, senza fare distinzioni tra maggioranza e opposizione, perché l’idrovia divenga realtà”

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